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Barbie ha il diabete. E nessuno sembra accorgersi di cosa stanno davvero facendo.


Barbie moderna con sensore glicemico sul braccio e pompa d’insulina: simbolo controverso della normalizzazione della malattia nelle nuove generazioni.

In un’epoca che celebra la malattia e ti convince che vada tutto bene, il vero atto rivoluzionario è riprenderti la tua salute.


Ti farà piacere sapere che…

Mattel ha appena lanciato una nuova versione della bambola più famosa al mondo:

una Barbie con il diabete di tipo 1.


Vestitino blu a pois (il colore simbolo del diabete), sensore glicemico sul braccio, pompa d’insulina e persino l’app per monitorare la glicemia.


Un’operazione ben studiata, curata nei dettagli.

E ovviamente accompagnata dalla solita narrazione:

inclusività, accettazione, rappresentazione.


Ma fermati un attimo.

Guarda con lucidità.

Questa non è solo una trovata pubblicitaria.

È un segnale culturale potente e pericoloso.


PERCHÉ DOBBIAMO NORMALIZZARE LA MALATTIA?

Barbie – nel bene o nel male – era un simbolo.

Rappresentava un’idea di forma fisica, salute e bellezza.


Oggi invece diventa veicolo di un messaggio contrario:

“È normale essere malati. Anzi, è giusto celebrarlo.”


Ma tu, se sei un uomo con ancora un briciolo di coscienza, dovresti porti una sola domanda:

Perché il mondo non mi invita a prevenire, ma ad accettare?

L’OCCIDENTE NON TI STA CURANDO. TI STA ADDESTRANDO.


Parliamoci chiaro:

Il problema non è il diabete.

Il problema è la cultura della resa, travestita da “inclusione”.


Perché accogliere Barbie con la glicemia fuori controllo è la stessa logica con cui ti dicono:

  • che puoi mangiare cereali a colazione,

  • bere Coca Zero,

  • fare 4.000 passi al giorno,

  • e “volerti bene” così.


La verità è un’altra.

Non vogliono che guarisci.

Vogliono che ti abitui, che ti adatti e che ti rassegni.

E se non ti va bene, il problema sei tu.


UN VERO MASCHIO NON SI IDENTIFICA NELLA MALATTIA


Questo è il punto.

Sei sovrappeso? Hai la pressione alta? L’insulina fuori controllo?


Non accettarlo.

Non fartelo raccontare come una variante della tua identità.

Guardati allo specchio.

E reagisci.


Perché una società che celebra la malattia invece di combatterla…è una società debole, rassegnata e senza orizzonte.

Ed è esattamente ciò che vogliono da te:

Un uomo fragile, dipendente da app, sensori e farmaci.


NON ACCETTARE. AGISCI.


Se vuoi tornare a essere un uomo vero,

non identificarti con i tuoi sintomi.


Identificati con le tue azioni.


Hai due scelte:

  • Ti rassegni come vogliono loro

  • O ti rialzi, ti alleni, mangi come un uomo, combatti per te stesso


Io so cosa sceglierai.

E non sarà certo il vestitino blu a pois.


NON ASPETTARE DI AVERE UN SENSORE SUL BRACCIO


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