La triste epopea della pancia gonfia: cronaca di un uomo che si è perso per strada.

Fra, Tutor
12 ago
Tempo di lettura: 2 min

Ovvero: come passare da addome piatto a mongolfiera… e convincersi pure che sia “normale”.

C’è un momento preciso in cui un uomo capisce di aver perso il controllo.

Non è quando il medico ti dice “colesterolo alto”.

Non è nemmeno quando inizi a russare come una motosega smarmittata.

È quando ti chini per allacciarti le scarpe e ti rendi conto che la pancia… ti ostacola.

Non quella morbida da panettone. No.

Quella tesa, lucida, che sembra il palloncino della festa del nipotino dimenticato in auto ad agosto.

Il grande alibi maschile

E allora ti inventi la scusa preferita dai maschi over 40:“Eh… sarà l’età. Sarà lo stress. Sarà che ho mangiato un po’ pesante ieri sera.”

No.

È che mangi male da mesi. Anni.

E non lo ammetti.

Pane, pasta, latticini industriali, alcol “solo nel weekend” (che inizia il giovedì e finisce il lunedì).

Hai trasformato il tuo addome in un fermentatore artigianale: dentro non c’è aria… c’è una guerra batterica degna di un film di Spielberg.

Come ti vede il mondo

Pensi che nessuno lo noti?

Illuso.

Una pancia gonfia è come una cravatta storta a un matrimonio: non puoi non vederla.

E quello che comunica è semplice: “Questo uomo non ha il controllo.”

Il problema è che il mondo giudica in silenzio ma ricorda per sempre.

Un potenziale cliente, una donna, un socio… tutti leggono il messaggio scritto in quel rigonfiamento sotto la camicia:“Non sono disciplinato. Non mi curo. Non comando nemmeno il mio corpo.”

Il marketing del corpo

Nel business esiste la Legge del Focus: possedere UNA parola nella mente delle persone.

Il tuo corpo fa lo stesso.

O la tua pancia comunica forza, potenza, autocontrollo…Oppure comunica debolezza, abbandono, e la capacità di dire “sì” a qualsiasi cestino del pane che ti passa davanti.

E se tu non scegli il messaggio, lo sceglierà lei.

E non ti piacerà.